L’ Associazione ambientalista ATA-PC Italia Onlus ottiene nuovamente l’interessamento del Ministero dell’ Ambiente     

I vertici dell’Associazione Ambientalista chiedono e ottengono ancora una volta l’ intervento del Ministero dell’Ambiente, per garantire la salute pubblica nelle valli Alessandrine.

Nel Comune di Alessandria, quartiere “Cristo”, sono presenti alcuni laghi artificiali derivanti da vecchie attività estrattive, denominati “Cascina Clara e Buona”  ubicati nelle immediate vicinanze del fiume Bormida, nei pressi dei pozzi che alimentano il civico acquedotto, tali laghetti sono stati destinati ad ospitare lo “smarino” ( materiale di risulta proveniente da scavi ), originato dai cantieri di realizzazione del terzo valico ferroviario dei Giovi.

Di fatto da analisi effettuate dalla stessa Arpa Piemonte, su diversi campioni di acque sotterranee prelevate in zona, sono stati riscontrati contaminanti fuori limiti, in particolare Nichel, Manganese, Ferro ed amianto in concentrazioni che superano le 300.000 fibre/litro. ( Dati pubblici )

Arpa ha tuttavia evidenziato come non esista un limite normativo per le acque sotterranee riguardante la presenza di fibre di amianto.    

Inoltre ha dichiarato che “i risultati ottenuti per il parametro amianto, avrebbero un valore compatibile con le caratteristiche del substrato geologico, infatti l’area è caratterizzata dalla presenza di depositi alluvionali del fiume Orba e del fiume Bormida, costituiti da sedimenti provenienti dallo smantellamento ed erosione di ammassi rocciosi di pietre verdi.

L’ Associazione ATA-PC Italia, ha espresso perplessità e preoccupazione per la salute pubblica, sarà che i massicci montuosi liguri, dai quali provengono i corsi d’acqua citati (e i relativi sedimenti) siano costituiti da sostante inquinanti, ma se così non fosse ?  

I dubbi espressi dall’ Associazione ATA-PC Italia circa il fatto che tali caratteristiche geologiche possano giustificare, da sole, valori così elevati di amianto e di altri contaminanti sono veramente tanti, di fatto si sottolinea come, nella suddetta catena montuosa ligure, non risultino grosse problematiche legate alla qualità delle acque, al contrario, in quell’area geografica le acque di sorgente e di falda presentano, in genere, caratteristiche ottimali per il consumo umano, e talvolta persino terapeutiche.  

Nel contempo sembra venir esclusa una genesi degli inquinanti rinvenuti nella falda alessandrina dalle operazioni di conferimento dello smarino, ciò considerato, si ritiene indispensabile verificare l’eventuale preesistenza di fenomeni di inquinamento, peraltro storicamente diffusi in zona.

Occorre ricordare come la piana alessandrina, negli anni 60 e 70, sia stata interessata da numerose escavazioni (per lo più finalizzate al reperimento di litoidi per la realizzazione di tracciati autostradali), le quali hanno prodotto numerose e profonde buche nel pian di campagna.                      

Alcune di queste, abbandonate senza alcuna vigilanza, negli anni sono state oggetto di scarichi illegali di rifiuti, anche pericolosi, con danni pesantissimi all’ambiente.

Temendo questa eventualità, ancor prima che venissero avviati i conferimenti dello smarino, gli attivisti Alessandrini dell’ ATA-PC Italia, aveva chiesto ad Arpa di operare verifiche atte ad accertare la possibile esistenza di rifiuti interrati o sommersi nei laghi.

Arpa aveva accolto positivamente l’istanza, ritenendo evidentemente degni di attenzione i timori, ed aveva chiesto al Comune di Alessandria di provvedere i mezzi burocratici e tecnici necessari (autorizzazioni della proprietà, escavatori, carotatori, ecc), attività che pare non ancora predisposte dall’ Amministrazione.

Per questo l’ Associazione ATA-PC Italia ha chiesto un intervento del Ministero dell’ Ambiente  affinché venisse avviata una campagna scientifica finalizzata ad appurare il reale stato di contaminazione del sito, e specificatamente dei terreni, dei bacini lacustri e della falda acquifera, nonché ad individuare in modo inequivocabile l’origine dei contaminanti rilevati da Arpa.

Inoltre si chiede di predisporre successivi interventi di bonifica del sito e misure di tutela della salute pubblica, di affidare tale campagna di studi ad un soggetto capace di offrire garanzie di elevatissimo livello scientifico ed autorevolezza, quali ISPRA o IRSA – CNR.

Il Ministero ha accolto la richiesta di ATA-PC Italia Onlus, attivando gli organi preposti, “ si spera in una celere risoluzione della vicenda”, questa la dichiarazione del Dott. Marco Castelli, responsabile Nazionale ATA-PC Italia per il settore Ambiente.

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